PROGETTO CANAPA: RILANCIARE L’AGRICOLTURA TUSCANESE CON UN OCCHIO ALL’ECO-SOSTENIBILITA’

Oltre che come fibra per l’abbigliamento, la canapa può, di fatto, sostituire la plastica ed essere impiegata nell’edilizia sostenibile per realizzare pareti interne o esterne non portanti, pannelli isolanti termici e anche mattoni.

Tornare a coltivare la canapa per rilanciare il proprio territorio ed un’agricoltura più sostenibile? È questa l’idea che sta riconquistando gli agricoltori italiani e che si sta lentamente diffondendo in tutta Italia.
Come rappresentanti del Movimento 5 Stelle di Tuscania abbiamo deciso di fare tesoro delle esperienze delle altre realtà e sposare in pieno il progetto che potrebbe rilanciare l’agricoltura e l’economia del nostro paese.

La premessa è doverosa: parliamo ovviamente della canapa sativa (detta comunemente canapa industriale) la cui coltivazione in Italia è legale  dal 1998. Si tratta di un ritorno al passato visto che l’uomo l’ha sempre coltivata. Nel nostro Paese fino agli anni ’40 se ne coltivavano circa 100.000 ettari e le varietà italiane erano le migliori al mondo in termini di qualità e produttività.  La coltivazione di questo vegetale era diffusissima anche a Tuscania dove veniva normalmente raccolta e lavorata, ne venivano estratte, mediante macerazione in acqua, le fibre che infine venivano filate e tessute con telai di legno nelle aziende familiari. I suoi pregi sono numerosi: è in grado di crescere in terreni difficili e marginali, senza necessità di particolari cure, ha bisogno di poca acqua, non necessita di pesticidi e porta benefici quando viene utilizzata come coltura rotativa per reintegrare il terreno di sostanze preziose. Inoltre la canapa era ed è tutt’oggi una pianta della quale “non si butta via niente”. Da essa infatti è possibile:
  • estrarre una fibra molto resistente per la produzione di carta, tessuto, corde, vestiti, pannelli isolanti e fonoassorbenti per l’edilizia;
  • produrre dal seme un olio alimentare con ottime proprietà antiossidanti e terapeutiche, farine prive di glutine per uso alimentare, prodotti cosmetici, biodiesel e carburante;
  • lavorare il canapulo (la bacchetta della canapa) per ottenere intonaci e cappotti isolanti per edifici, blocchi da costruzione costituiti da canapa e calce, pannelli rigidi per interni auto e pellet;
  • ricavare dalle foglie e dai fiori tisane, birra alla canapa, olio essenziale.

Inoltre ci preme sottolineare l’eco-sostenibilità di tale coltivazione. Infatti grazie ad essa ci sarebbe una drastica riduzione della dipendenza dal petrolio ed i suoi derivati e dell’uso di pesticidi poiché la canapa, come detto, non necessita di nessuno di questi in quanto auto-diserbante. Sul territorio tuscanese inoltre ci sarebbe un minor consumo di acqua per l’irrigazione perché la canapa non la richiede, salvo casi eccezionali, ed una rilevante riduzione della produzione dei rifiuti poiché riciclabile o biodegradabile. Notevoli sono inoltre i ricavi economici e l’indotto che la coltivazione di tale pianta comporterebbe nel nostro territorio e dei quali parleremo nei prossimi approfondimenti.
Il tutto si racchiude in un progetto più esteso che abbiamo in mente e che  porterebbe un aumento considerevole del numero di occupati nei vari settori coinvolti ed un rilancio importante dell’economia locale. A tal proposito chiunque voglia partecipare al gruppo di lavoro che si occuperà della definizione del progetto non deve fare altro che comunicarcelo al seguente indirizzo e-mail: tuscania5stelle@gmail.com

Il nostro appello va soprattutto agli agricoltori che potranno mettere a disposizione le proprie competenze arricchendo il progetto e valutandone i vantaggi.

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